domenica 9 marzo 2008

Nuova Facoltà di Pianificazione del Territorio a Reggio Calabria

DI BENIAMINO CORDOVA


L’Università, contenitore dei saperi scientifici e culturali, esiste a Reggio Calabria dal 1970. Prima denominata “Istituto Universitario”, con una sede piccola e poco confortevole, dal 1995 è diventata la famosa e ambiziosa “Mediterranea” di Reggio Calabria.In questo Istituto, università “a pieno titolo” proprio come i politecnici, nel 1974, è nato il corso di laurea in Urbanistica, ora Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale, secondo in Italia solo a quello di Venezia.L’obiettivo era quello di creare, costruire e affermare a Reggio una figura professionale inedita sino a quel periodo, una figura specializzata nell’analisi e nella pianificazione territoriale.Queste competenze, rimaste a carattere esclusivo di Reggio e Venezia sino alle soglie del 2000, ormai sono diventate il fiore all’occhiello di diverse realtà accademiche italiane.Nel 1999 lo IUAV, Istituto Universitario Architettura Venezia, ha fatto un grande passo in avanti: trasformandosi in Ateneo, ha fondato la prima Facoltà di Pianificazione del Territorio.Scelta oculata, quella lagunare, che è riuscita a cogliere le richieste sempre più urgenti di un territorio purtroppo pieno zeppo di problematiche difficili da superare. In questo contesto la figura del pianificatore territoriale, individuo coordinatore di più saperi, calza a pennello.Negli ultimi anni numerosi fattori hanno attribuito nuovo significato alle attività di pianificazione della città, del territorio e dell’ambiente. Fra tutti: il diffondersi di una cultura ecologica attenta alla sostenibilità e alla condivisione dei modelli di sviluppo; una domanda crescente di manutenzione e conservazione dei beni storico-culturali. Questi processi condizionano il progetto della città e dei territori contemporanei.A Venezia, questi fattori sono stati accolti come occasioni per aggiornare la professione dell’urbanista e di chi si occupa del governo urbano e territoriale: prima, affiancando all’urbanistica e alla pianificazione urbana il governo d’area vasta; poi considerando l’ambiente come oggetto privilegiato dell’analisi spaziale e componente attiva del progetto.A Reggio la forte pressione prodotta dai problemi territoriali e ambientali richiede un intervento forte, incisivo e duraturo. Un intervento capace di smantellare un’impalcatura basata sulla superficialità e sulla ignoranza. Qualcosa si è mosso e la legge urbanistica regionale n° 19/2002 ne è un esempio. Così come le recenti linee guida. Non basta però legiferare, i regolamenti bisogna applicarli in maniera seria ed efficace.Quando si parla di superficialità degli individui, basta rivolgere il nostro pensiero a tutti quegli esempi di abusivismo edilizio diffuso e spesso pericolosissimo, al costruire “e poi si vedrà”; alla non considerazione delle cosiddette “zone di rispetto”, accrescendo cosi il livello di invivibilità; alla programmazione, parlo di alcuni enti, senza nessun tipo di analisi, non conoscendo quindi i fenomeni dinamici interni al loro territorio… e chi più ne ha più ne metta.Il progresso culturale e formativo della società reggina deve passare attraverso un rinnovamento radicale.Il momento è propizio: un periodo in cui lo sviluppo della società della comunicazione richiede al pianificatore e all’urbanista nuove competenze tecniche e culturali; capacità di leggere fenomeni complessi, mutevoli e inediti; accortezza e rispetto nell’utilizzare diverse forme di conoscenza; saper essere nelle culture del mondo; comunicare con soggetti pubblici e privati analisi, progetti e strategie per creare luoghi e occasioni di progetto, scelte politiche incisive, azioni concrete.Dopo aver preso atto di questa nostra faticosa e complessa situazione perché non pensiamo, proponiamo e appoggiamo anche a Reggio Calabria, perla e centro del Mediterraneo, una Facoltà di Pianificazione del Territorio?Una Facoltà che, con il proprio operato e le professionalità presenti e formate, sensibilizzi gli animi dei meno attenti alle problematiche ambientali e del territorio tutto; operi con i propri saperi sulle coscienze dei reggini; si metta al servizio degli enti locali, aiutandoli a riorganizzare e programmare lo sviluppo del loro territorio nel rispetto della sostenibilità; insomma una Facoltà che abbia la capacità di dare nuova linfa vitale ad un territorio difficile e ad una popolazione diffidente.Il progetto si può realizzare, in quanto è un’operazione che non costa nulla, neanche un euro, perché l’attuale corso di laurea in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale è già a bilancio dell’Università e la nuova Facoltà non graverebbe sulle casse della “Mediterranea”.L’Ateneo, ben rappresentato da una lettera del nuovo Rettore e da un incoraggiante intervento del Prorettore vicario, è pronto ad accoglierla, si unirebbe alle quattro già esistenti: Agraria, Architettura, Ingegneria e Giurisprudenza. La nascita della quinta Facoltà sarebbe per la città un passo in avanti: la Reggio che cresce, la Reggio bella, gentile, colta e all’avanguardia.Un’occasione da non perdere.La comunità scientifica nazionale, presente in forze all’incontro tenuto a Reggio il 16 febbraio ’07 dal titolo: “30 e +. Saperi e autonomia per la formazione dell’urbanista pianificatore del territorio”, ha dato il suo beneplacito; il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, avv. Giuseppe Morabito, intervenuto allo stesso incontro con una propria missiva ha offerto il massimo e totale sostegno all’iniziativa; stessa cosa ha fatto il Vescovo S.E. Vittorio Mondello, facendosi rappresentare egregiamente da Monsignor Foderaro. Anche il Ministro della Repubblica, Alessandro Bianchi, ex Rettore della “Mediterranea” e sostenitore accanito di questo progetto, non ha voluto essere da meno facendo recapitare in riva allo stretto un lettera ricca di incoraggiamenti e di tante speranze.La Mediterranea e soprattutto Reggio aspettano, aspettano di vedere la nascita di questa realtà per poter sorridere e sperare in un futuro migliore, ricco di soddisfazioni. E’ viva la speranza che il dialogo tra Università e Città si faccia sempre più fitto, costruttivo, trasparente e leale, ricordando le difficoltà passate e superando, nell’interesse di tutti, quelle barriere che anche di recente hanno portato ad incomprensioni e divisioni.Quale migliore occasione che tenere a battesimo una nuova prestigiosa Facoltà per ricominciare a scommettere, tutti assieme, sul futuro della Mediterranea?