martedì 4 novembre 2014

Intervista a Beniamino Cordova su procedimenti e strategie per la costituzione della Città metropolitana di Reggio Calabria

Intervista pubblicata il 4 novembre 2014 su www.mnews.it al link:
http://www.mnews.it/2014/11/reggio-calabria-le-dimissioni-del.html#sthash.LmhbQJna.dpuf


Come si struttura amministrativamente e politicamente la Città metropolitana?
La Città Metropolitana di Reggio Calabria, ai sensi della legge 56/2014, prevede tre organi: il Sindaco metropolitano che corrisponde in prima battuta al Sindaco della città capoluogo; il Consiglio metropolitano che è composto, nel caso di Reggio Calabria, da 14 amministratori locali ed è un organo elettivo di secondo grado: sono eleggibili a consigliere metropolitano i sindaci ed i consiglieri comunali in carica che vantano quindi la condizione di elettorato attivo e passivo; la Conferenza metropolitana che è composta da tutti i Sindaci della città metropolitana reggina: ha carattere esclusivamente consultivo e propositivo ed approva lo Statuto.
Ogni ruolo, come viene espressamente specificato nella legge, è esercitato a titolo gratuito.
Come sappiamo, la legge ha previsto, in virtù del differimento voluto dalla Riforma Delrio, la costituzione della Città metropolitana di Reggio Calabria alla scadenza naturale degli organi della Provincia con l’elezione del Consiglio metropolitano approssimativamente entro il 30 giugno 2015.
Dal punto di vista politico, siamo tutti consapevoli del ruolo di primo piano che dovranno svolgere i Comuni dell’area metropolitana di Reggio Calabria. Il piano strategico infatti, così come previsto dalla legge 56/2014, prevede il coinvolgimento attivo e la condivisione della scelte strategiche con i territori di riferimento. La ricerca scientifica che ho portato avanti sin dal 2009 e che ho più volte illustrato in confronti pubblici, dopo la legge 42/2009 che ha inserito Reggio tra le 10 città metropolitane italiane, dimostra che l’area metropolitana reggina è orientata ad essere organizzata in un sistema policentrico (Reggio, Locride e Piana) che esorta ad una gestione efficiente ed efficace dei servizi e delle infrastrutture con la possibilità di ambire ad un outcome di notevole spessore.

Qual è lo Statuto di riferimento?
Lo statuto della Città metropolitana che si andrà a redigere nei prossimi mesi con tutti i Comuni appartenenti all’area e che sarà approvato dalla Conferenza metropolitana, oltre a stabilire le norme fondamentali dell’organizzazione dell’Ente e le competenze degli organi, dovrà anche disciplinare i rapporti tra i Comuni e le Unioni dei Comuni, ed inoltre, a mio avviso, dovrà necessariamente dare ampio spazio ai processi partecipativi perché i cittadini dell’area metropolitana devono poter vantare la possibilità di interagire in maniera dinamica con l’ente istituzionale. A questo si dovrà aggiungere necessariamente la ferma volontà di prevedere la possibilità, dal giorno successivo l’istituzione dell’Ente metropolitano (che in prima battuta fissa il perimetro provinciale per legge), di dialogare e, perché no, di coinvolgere all’interno del perimetro quei Comuni limitrofi che utilizzano gli stessi servizi metropolitani, che dipendono cioè, quotidianamente, dai servizi offerti da uno dei tre poli.
Si parla anche di inserire all’interno dello Statuto la possibilità di eleggere dalla prossima tornata elettorale (la prima è vincolata) il Sindaco metropolitano attraverso il sistema del suffragio universale dando la possibilità ai Sindaci dell’area metropolitana reggina di essere eletti nel ruolo di Sindaco metropolitano: questo, a norma di legge, può essere possibile solo se si divide il comune capoluogo in più comuni. Inoltre l’eventuale proposta di divisione avanzata dal Consiglio Comunale deve essere sottoposta a referendum tra tutti i cittadini della città metropolitana e qualora approvato, è comunque necessario che la Regioni approvi l’istituzione dei nuovi Comuni ai sensi dell’articolo 133 della Costituzione (art. 1 comma 22, legge 56/2014).
È palese quindi il fatto che tale procedimento si mostri quantomeno inverosimile (dividere Reggio Calabria in più Comuni) e una sua forzata applicazione possa apparire come un atto di egocentrismo celato dietro una scintillante esibizione di democrazia.

quali saranno le strategie per lo sviluppo del territorio?
Non vi è dubbio che un territorio per essere competitivo ha necessità di svilupparsi in maniera omogenea colmando le lacune, soprattutto infrastrutturali, presenti nell’area.
Per affrontare questo problema, ci viene in aiuto lo strumento dei fondi comunitari e nello specifico il PON Metro che rappresenta un’opportunità unica per le Città metropolitane e che vedrà un budget di circa 100 milioni di euro per l’area metropolitana reggina rivolti tra l’altro, alla mobilità sostenibile, alla riduzione dei consumi energetici, ai servizi digitali ed all’inclusione sociale.
La competitività del territorio metropolitano passerà anche dalla capacità di saper dialogare con l’Europa, all’interno delle reti già esistenti delle città metropolitane europee, e soprattutto con il Mediterraneo; su quest’ultimo punto sarà fondamentale riprendere i dialoghi strutturati all’interno del I meeting delle città del Mediterraneo svolto proprio a Reggio Calabria.
Dal Mediterraneo passa il nostro futuro.
Reggio dovrà far pesare la collocazione geografica e ricoprire il ruolo di collante tra le politiche europee e quelle mediterranee nel settore dello sviluppo del territorio metropolitano.
Da non sottovalutare neanche il valore aggiunto del Parco Nazionale d’Aspromonte che consegna all’area metropolitana reggina un potenziale estremamente rilevante.
La Città metropolitana di Reggio dovrà trovare un asse aggregativo che consenta di impiantare una strategia di sviluppo condivisa: non vi è dubbio che la valorizzazione dei beni culturali, che come sappiamo sono spalmati su tutto il territorio metropolitano, alla luce anche dei Piani regionali dei Beni Culturali approvati poco tempo fa ed oggi quindi in vigore, insieme allo strumento innovativo dell’Atlante Regionale dei Beni Culturali in formato “smart”, può diventare il motore trainante per uno sviluppo territoriale partecipato, omogeneo e sostenibile soprattutto nell’ottica della smart city.

in caso di dimissioni del Presidente della Provincia di Reggio Calabria cosa accadrebbe alla Città Metropolitana?
La Provincia ha perso una grandissima occasione.
Durante il periodo infausto del commissariamento della città, l’Amministrazione provinciale avrebbe potuto gestire il processo di metamorfosi metropolitana consegnando nella mani del Sindaco di Reggio Calabria una comunità (amministratori e cittadini) consapevole del valore aggiunto che una Città metropolitana può offrire.
Ad oggi non si è compresa la vera scellerata motivazione da parte del Governo di posticipare la costituzione della nostra Città metropolitana che oggi si trova a dover aspettare sciaguratamente il mese di giugno 2016, scadenza naturale degli organi provinciali.
I termini però, ai sensi dell’articolo 1 comma 18 della già citata legge, si possono ridurre drasticamente in caso di scioglimento anticipato degli organi provinciali, assegnando quindi nelle mani del Sindaco di Reggio la possibilità di poter avviare tempestivamente le procedure di costituzione dell’Ente metropolitano che sarà attivo già dopo 30 giorni e poter dare slancio finalmente ad un percorso di metamorfosi che l’area metropolitana reggina attende con impazienza.