martedì 13 settembre 2011

Città metropolitana: c'è chi è ottimista

di Beniamino Cordova,
Urbanista, Dottore di Ricerca in Pianificazione Territoriale


pubblicata su http://www.strill.it/, Lunedì 12 Settembre 2011


Un mio contributo pubblicato esattamente un anno fa (Alcuni punti fermi della Ricerca sulla Città metropolitana di Reggio Calabria, www.strill.it, 13/09/2010) iniziava così: “Si è detto tanto in questo anno, ma non si è detto tutto”.

Ancora oggi tale incipit è straordinariamente attuale.

E’ passato ancora un altro anno e, alla luce dei numerosi contributi apparsi sulla stampa negli ultimi giorni, forse ancora, realmente, qualcuno sottovaluta quanto invece è stato fatto e detto.

Nulla di impossibile da illustrare, però naturalmente, in questa sede, lo faremo solo per sommi capi.

Di sicuro, purtroppo, ancora vige una scarsa informazione dettata probabilmente da un approccio superficiale all’argomento.

Di natura evasiva sono le affermazioni presenti nel pezzo “Reggio Città Metropolitana: ultima chiamata” (www.strill.it, 09/09/2011) che parla di «processo di perimetrazione in alto mare»; forse c’è scarsa informazione sull’argomento ma la Ricerca scientifica che porto avanti dalla pubblicazione della legge 42/2009 e che ha prodotto la Tesi di Dottorato dal titolo “Dalla conoscenza di contesti nazionali ed internazionali al Modello Reggio per la costruenda Città metropolitana policentrica: funzioni, trasporti, mobilità sostenibile”, due libri, decine di pubblicazioni, convegni, dibattiti, contributi su tutte le testate giornalistiche locali, dalla carta stampata ai giornali online (contributi presenti nel blog http://beniaminocordova.blogspot.com), dimostra in maniera oggettiva che i limiti geografici della nostra Area metropolitana, non solo comprendono tutta la provincia, ma vanno oltre coinvolgendo i Comuni di Badolato, Santa Caterina dello Jonio, Guardavalle, Nardodipace, Fabrizia, Acquaro, Dinami, Mileto, Limbadi, San Calogero, Nicotera; proprio lì quindi, grazie alla classica “delimitazione funzionale”, basata sulle funzioni metropolitane ed i flussi pendolari, si attestano i nuovi confini dell’Area metropolitana di Reggio Calabria (per avere maggiori notizie sui criteri di dimensionamento dell’area consultare il mio contributo “Alcuni punti fermi della Ricerca sulla Città metropolitana di Reggio Calabria”, www.strill.it, 13/09/2010 ed anche “Quali saranno i confini della Città Metropolitana”, Gazzetta del sud, 19 gennaio 2011).

Per arrivare a concludere questo ragionamento naturalmente esiste un lavoro importante maturato in un intenso triennio che analizza a livello provinciale l’evoluzione della popolazione dal 1951 ad oggi (che in 60 anni ha perso ottantamila unità), la migrazione della popolazione dai piccoli centri interni ai grandi contesti urbani della provincia, il sistema locale del lavoro e la distribuzione geografica di imprese ed addetti, la localizzazione dei servizi ed il loro eventuale “peso metropolitano” con la conseguente individuazione dei poli di attrazione, i flussi di traffico ed il grado di accessibilità dell’area, il sistema della mobilità, la proiezione della popolazione al 2030 (che naturalmente è necessaria per prevedere futuri scenari)…ecc…

L’insieme di queste analisi ci ha restituito un sistema basato su tre polarità: la Piana di Gioia Tauro, la Locride ed appunto Reggio.

Un sistema metropolitano policentrico.

Proprio perché basato su tre polarità la nostra Area Metropolitana riesce, grazie al criterio sopra citato, con il proprio raggio di azione, a superare i confini provinciali ed attrarre realtà urbane che si servono delle funzioni metropolitane di uno dei tre poli.

A mio avviso un grande punto di forza e non un punto di debolezza.

Nel medesimo contributo si afferma che il «procedimento necessita dell’ok della Regione Calabria e della Regione Sicilia», anche qui va chiarito qualcosa.

Allo stato attuale non esiste alcuna Area metropolitana dello Stretto distinta dal legislatore perché ci troviamo di fronte ad una Regione a statuto ordinario e ad una Regione a statuto speciale; la seconda ha piena potestà in questo settore, tant’è vero che ha definito le proprie aree metropolitane sin dal 1986.

Ciò che invece esiste concretamente, e ciò su cui si può e si deve lavorare è la città metropolitana reggina, entità ben definita da una legge dello Stato.

Naturalmente l’obiettivo politico, legislativo, economico e della Ricerca scientifica è quello di vedere una vera e propria “fusione istituzionale” dell’area metropolitana di Reggio e dell’area metropolitana di Messina (quest’ultima come detto esiste dal 1986).

La legge oggi non ci aiuta a suggellare le due Aree metropolitane (di Reggio e Messina) in un’unica Area metropolitana dello Stretto ma non ci vieta di instaurare o consolidare rapporti di sinergia strategica nello Stretto in attesa di una riforma della Costituzione che ci consenta di far nascere con il cappello giuridico la sognata Area metropolitana dello Stretto.

Il contributo lucido ed attento “Città metropolitana, bisogna bruciare i tempi prima che sia troppo tardi” (Gazzetta del sud, pag. 27, 09/09/2011) esprime paura per la minaccia che il neo DDL costituzionale, avendo tagliato le Province, potrebbe avere nei confronti delle Aree metropolitane.

Intanto va chiarito, per onestà intellettuale, il procedimento di costituzione di un’Area metropolitana secondo la legge 42/2009. La proposta di istituzione spetta:

a) al comune capoluogo congiuntamente alla provincia;

b) al comune capoluogo congiuntamente ad almeno il 20 per cento dei comuni della provincia interessata che rappresentino, unitamente al comune capoluogo, almeno il 60 per cento della popolazione;

c) alla provincia, congiuntamente ad almeno il 20 per cento dei comuni della provincia medesima che rappresentino almeno il 60 per cento della popolazione.

La proposta di istituzione deve contenere:

a) la perimetrazione della città metropolitana, che, secondo il principio della continuità territoriale, comprende almeno tutti i comuni proponenti. Il territorio metropolitano coincide con il territorio di una provincia o di una sua parte e comprende il comune capoluogo;

b) l'articolazione del territorio della città metropolitana al suo interno in comuni;

c) una proposta di statuto provvisorio della città metropolitana, che definisce le forme di coordinamento dell'azione complessiva di governo all'interno del territorio metropolitano e disciplina le modalità per l'elezione o l'individuazione del presidente del consiglio provvisorio di cui al comma 6, lettera b).

Sulla proposta di istituzione previa acquisizione del parere della regione da esprimere entro novanta giorni, è indetto un referendum tra tutti i cittadini della provincia.

Il referendum è senza quorum di validità se il parere della regione è favorevole o in mancanza di parere. In caso di parere regionale negativo il quorum di validità è del 30 per cento degli aventi diritto.

Il medesimo contributo pubblicato in Gazzetta fa anche riferimento alla possibilità che il DDL faciliti l’istituzione dell’Unione di Comuni come organo di coordinamento nei settori della viabilità, smaltimento dei rifiuti, gestione delle risorse idriche, a scapito delle Città metropolitane.

Anche in questo caso è d’obbligo fare alcune puntualizzazioni.

L’Istituto dell’Unione dei Comuni è apparso per la prima volta con la legge 142/90 (art. 11 e 26), la stessa legge che ha previsto per la prima volta le Aree metropolitane, quindi il legislatore non ha mai individuato contraddizioni tra le due modalità di governo del territorio.

Anche la legge 267/2000 ha confermato entrambe le formule di governance.

Diciamo che la nascita dell’Unione dei Comuni aveva un significato ben preciso, cioè quello di consentire ai Sindaci dei Comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti di gestire alcuni servizi in forma associata, permettendo di ridurre i costi e quindi garantire il mantenimento in vita di questo piccoli enti.

La Città metropolitana che gestisce un’Area metropolitana è ben altra cosa. È un valore aggiunto che nulla ha a che vedere con l’Unione dei Comuni.

Naturalmente è doveroso, in questo momento, un passaggio politico importante del Comune, della Provincia e della Regione, volto alla “metamorfosi metropolitana” ma non vedo gli estremi di una qualsivoglia paura: sono pienamente fiducioso in chi ha ottenuto, sostenuto e difeso la Città metropolitana di Reggio Calabria.

E’ ovvio che la politica da sola non può nulla se non accostata ed indirizzata parallelamente da un insieme di forze legate a competenze scientifiche e tecniche, entrambe indispensabili per coordinare strategie ed azioni, sensibilizzazione, partecipazione e coinvolgimento degli attori esterni al Core metropolitano, durante il processo di metamorfosi metropolitana e durante la costruzione dell’impianto progettuale.

Nulla è scontato.

C’è molto da fare, ma ci sono tutti i presupposti per fare tanto e bene affidandosi anche ai risultati dell’intenso lavoro portato avanti sino ad oggi.

domenica 31 luglio 2011

Beniamino Cordova ospite del salotto in diretta su SKY (can.904) nell'ambito della manifestazione "I Tesori del Mediterraneo" a parlare di Città Metropolitana e di Mediterraneo




“I tesori del Mediterraneo” Salotto televisivo:Tra cultura, politica, sport e turismo
Dopo la pioggia del giorno precedente che non ha permesso la conclusione del primo dibattito in diretta televisiva ( su Sky 3 Channel,che trasmette sul satellitare e sul digitale terrestre),venerdì 29 Luglio ospiti d’eccezione tra politici,giornalisti,persone del mondo associazionistico e culturale,imprenditori,e professori universitari,hanno riscaldato il salotto televisivo con un interessantissimo e ricco confronto sull’argomento principale di questa manifestazione: il Mediterraneo.

Presenze importanti che sono intervenute: Roberta Spaziani (Consigliere Capogruppo di Maggioranza)rappresentante il comune di Ocre;Giovanni Bilardi (Capogruppo consiliare al Consiglio regionale della Calabria (lista “Scopelliti Presidente”), inoltre è stato assessore alle Politiche comunitarie del Mediterraneo-Cooperazione Internazionale del Comune di Reggio Calabria;Lamberti Castronuovo (Assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Calabria);Pasquale Morisani ( Assessore Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria); Demetrio Porcino ( Vice Sindaco di Reggio Calabria);Santo Forte (Attinà Conserve); Paolo Catalano (Organizzatore “I Tesori del Mediterraneo”); Natalia Spanò ( Presidente Associazione Nuovi Orizzonti); Beniamino Cordova(Dottore di Ricerca universitaria);Enrico Costa (Docente Facoltà Urbanistica Università Mediterranea);Tino Scopelliti (Dirigente Nazionale Alleanza Sportiva Italiana);Fortunato Vinci (Presidente Regionale Calabria Comitato Italiano Paraolimpico);Alfonso Spada(Assessore allo Sport Comune di Amalfi);Giovanni Siclari (Assessore Turismo,Cultura Spettacolo e grandi eventi);Giovanni Verduci (Vicepresidente Provincia RC-Ass.Programmazione);Francesco Tramontana (Responsabile Mercati Esteri della Casa Vinicola Criserà) e Paolo Romeo (Associazione Posidonia).

Ruolo fondamentale della cultura sotto i riflettori e le telecamere di Sky grazie agli interventi del Professore della Facoltà di Urbanistica di Reggio Calabria:Enrico Costa ,che con originalità ha sfogliato e raccontato il suo libro:”Itinerari Mediterranei”(Editore è la Città del Sole).Simboli e immaginario, fra mari isole e porti, città e paesaggi, ebrei cristiani e musulmani nel Decameron di Giovanni Boccaccio.
Mito e modernità sono i termini chiave in Boccaccio. E ripercorrendo quelle che sono le tradizioni che hanno accompagnato la nostra storia tra il Medio Evo e il Rinascimento emergono come sempre attuali i valori di convivenza e di rispetto per ciò che ci circonda.
Il professore ha inoltre fatto luce su uno dei temi più delicati e forse più esasperati che interessano la nostra città e non solo: il tanto atteso (o non atteso) Ponte sullo Stretto.
Il fatto che i dati sia positivi che negativi non vengano tirati fuori da nessuno,fa correre il rischio che non ci sia mobilitazione per scendere in campo ed agire;la gente deve sapere sia i vantaggi che gli svantaggi di un simile progetto,così come deve essere a conoscenza dei vantaggi e degli svantaggi della città metropolitana.
Con sincerità ha ammesso che la situazione non è rosea ma con ottimismo bisogna portare avanti i sogni e i progetti anche dal punto di vista universitario( ritornando al suo ruolo).
Un altro libro presentato è stato quello di Beniamino Cordova,Dottore di Ricerca presso l’Università Mediterranea:” Mediterraneo,Urbanistica e Paesaggio.”(Editore Città del Sole).
A suo avviso quando si parla di Mediterraneo non si può non parlare di urbanistica e a sua volta l’urbanistica non può essere slegata dal concetto di Città Metropolitana.
Argomento “Ponte” affrontato anche dal Vice Sindaco di Reggio Calabria,Demetrio Porcino,il quale non nascondendo la realtà delle cose ha ammesso che dopo quarant’anni di discorsi la gente non ci crede più,ed era prevedibile come disillusione.
La classe dirigente deve agire e realizzare e soprattutto deve avere il coraggio di muoversi,così come sta accadendo.

Annamaria Milici
http://www.ilmetropolitano.it/?p=12346

martedì 31 maggio 2011

"MEDITERRANEO. Urbanistica e paesaggio" a cura di Beniamino Cordova


"Mediterraneo. Urbanistica e paesaggio" è il nuovo libro a cura di Beniamino Cordova per la collana DeUrbanistica di Città del Sole edizioni che vede coinvolti, con contributi inediti e di alto valore scientifico, dottorandi e dottori di ricerca, italiani e stranieri, della Mediterranea di Reggio Calabria.

Il libro vanta la prestigiosa prefazione del Prof. Massimiliano Ferrara (Dirigente generale del Dipartimento Cultura, Isruzione, Università, Alta formazione, Ricerca della Regione Calabria) e la presentazione del Prof. Enrico Costa (Presidente del Corso di Laurea in Urbanistica della Mediterranea di Reggio Calabria).



Paesi e popoli che si affacciano sul Mediterraneo, pur nelle reciproche differenze, partono da una base comune di affinità culturali e storiche, che, soprattutto sulla sponda sud, non riescono a sviluppare tutte le oggettive potenzialità per un deficit di democrazia accompagnato da carenze di investimenti infrastrutturali, e per la disomogeneità delle politiche nel settore trasporti, nelle energie alternative, nella cultura, nel turismo. Al mancato sviluppo possono porre rimedio le discipline che fanno riferimento all’Urbanistica, al Paesaggio ed al patrimonio culturale.
È necessario sviluppare studi e ricerche in questi campi disciplinari, concentrandosi sulla costruzione di una rete policentrica delle Città del Mediterraneo partendo dalla conoscenza dei contesti locali e dalla valorizzazione delle relative risorse territoriali ed ambientali perché le nuove sfide dell’innovazione e dell’Urbanistica moderna provengono senza dubbio dal confronto con realtà dell’opposta sponda del Mediterraneo.
In questo filone rientra a pieno titolo la ricerca che interessa le Città Metropolitane, tra le quali un ruolo strategico spetta alle città metropolitane del Mediterraneo: queste infatti, rappresentano il luogo privilegiato di scambio e di circolazione di beni e servizi, prodotti, informazioni, capitali e popolazioni.
Questo impulso ha stimolato la presente ricerca sulla realtà mediterranea che ha coinvolto decine di giovani dottori di ricerca, dottorandi e studiosi, italiani e stranieri.



BENIAMINO CORDOVA, urbanista, è dottore di ricerca in Pianificazione Territoriale presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria con la ricerca “Dalla conoscenza di contesti nazionali ed internazionali al Modello Reggio per la costruenda Città Metropolitana policentrica: funzioni, trasporti, mobilità sostenibile”.
All’interno del Corso di Laurea in Urbanistica si occupa delle tematiche relative all’area metropolitana, ai trasporti, alle politiche di sviluppo nel bacino mediterraneo. È membro del centro studi “City” (City Integration TerritorY) presso il LUPT (Laboratorio di Urbanistica e Pianificazione Territoriale, Università Federico II di Napoli) ed il PAU (Dipartimento Patrimonio Architettonico e Urbanistico, Università Mediterranea di Reggio Calabria). È autore per la Città del Sole Edizioni del volume “Metropolitana del Mare”, primo numero della collana Magistralis, e di numerosi saggi e articoli sul primo volume della collana De Urbanistica, su periodici e riviste specializzate, oltre a partecipare attivamente al dibattito sui temi dello sviluppo urbano e territoriale sia in ambito locale che mediterraneo.

lunedì 14 marzo 2011

I Progetti Integrati di Sviluppo Locale come motore di crescita condivisa del territorio calabrese

di Beniamino Cordova - Dottorando di Ricerca in Pianificazione Territoriale Università Mediterranea -
pubblicato su http://www.newz.it/ il 14/03/2011


I Progetti integrati di sviluppo locale, che sono stati presentati il 4 marzo al Consiglio Regionale della Calabria dal Governatore Giuseppe Scopelliti e da Giacomo Mancini, Assessore al Bilancio ed alla Programmazione Comunitaria, rappresentano un’importante tappa nel processo di sviluppo del territorio calabrese promosso dalla Regione.

I PISL, come hanno esaustivamente spiegato i relatori, sono strumenti finanziari del POR FESR 2007-2013 orientati a soddisfare le esigenze non di singoli Comuni ma di specifici ambiti territoriali.

L'investimento totale del Programma, su scala regionale ammonta a 400 milioni di euro; il territorio della Provincia di Reggio (porzione della futura Città Metropolitana che in base agli esiti delle ricerche che sto conducendo vanta confini che abbracciano anche alcune realtà del vibonese e del catanzarese) disporrà di circa 106 milioni di euro.

L’intera somma sarà ripartita in specifiche categorie di investimento, in gran parte rilevanti per il decollo e l’organizzazione di Reggio Città Metropolitana: mobilità intercomunale, miglioramento della qualità della vita, valorizzazione dei borghi, sviluppo del sistema turistico, supporto ai sistemi produttivi, contrasto allo spopolamento e tutela delle minoranze linguistiche.

Lo strumento dei PISL potrebbe concretizzare quanto ipotizzato sino ad oggi nella mia ricerca scientifica.

Quando tra le priorità dello strumento leggo mobilità intercomunale, miglioramento della qualità della vita, valorizzazione dei borghi, sviluppo del sistema turistico, contrasto allo spopolamento non posso non pensare ai risultati dei miei studi che ipotizzano sia interventi di carattere generale (che attraversano l’intero territorio metropolitano) che di carattere puntuale (vedi nota1)

Quando si parla di carattere generale considero urgente un’arteria di collegamento dei centri storici che, dopo le analisi realizzate sulla variazione di popolazione che hanno evidenziato lo spopolamento dei centri interni, crei un’alternativa alla viabilità di costa esistente (ss 106) per mettere in condizione i centri storici di avere un’infrastruttura maggiormente fruibile che gli consenta di ovviare al problema dello spopolamento dei centri e dell’abbandono dei terreni agricoli.

Un altro intervento che interessa l’intera Area Metropolitana riguarda la metropolitana del mare (la metropolitana del mare è un progetto proposto dal sottoscritto, oggetto anche di una monografia dal titolo: “Metropolitana del Mare”, di Beniamino Cordova, Città del Sole edizioni, 2010) che copre l’intero territorio provinciale appoggiandosi alle infrastrutture portuali esistenti e creando un sistema alternativo di trasporto sostenibile nel rispetto degli indirizzi mondiali, europei, nazionali e locali esistenti.

Nella categoria delle opere a carattere generale, l’ultimo asse che collega l’intera area metropolitana è la metropolitana di superficie, attiva da Rosarno (e Gioia Tauro), passando per Villa San Giovanni e Reggio Calabria fino a Melito Porto Salvo, e completamente scoperta da Melito fino ad importanti realtà della jonica. Nell’intero asse, oltre alle stazioni già esistenti, il mio studio ha previsto altre 8 fermate in corrispondenza di Reggio Aeroporto, Saline Ioniche porto, Bova Marina, Bianco, Locri porto (proposta di realizzazione del porto approvata in Consiglio Comunale), Siderno porto (proposta di realizzazione del porto approvata in Consiglio Comunale) e Roccella Ionica porto. La decisione di localizzare le stazioni in prossimità dei porti deriva dalla necessità di creare un sistema efficiente di intermodalità con la metropolitana del mare.

Infine, come sostenuto prima, esistono gli interventi puntuali (puntali si, ma che servono non una ma diverse realtà urbane).

Le azioni di carattere puntuale prevedono un modello di intervento replicato tre volte in corrispondenza dei tre Poli dell’Area Metropolitana con la riqualificazione dei waterfront, riqualificazione dei maggiori torrenti con la previsione di parchi fluviali, la valorizzazione dei percorsi di mobilità dolce mare-montagna-mare destinati ad escursioni in trekking, cavallo, mountain bike e la localizzazione delle tre Porte/Porta dell’Aspromonte.

Quest’ultima scelta ricade in corrispondenza del porto di Scilla, Reggio, Saline, e Locri proprio perché in queste aree ricadono gli accessi dei percorsi di mobilità dolce diretti in Aspromonte e di conseguenza risulta facile prevedere proprio in queste aree i nodi intermodali che comprendono tutte le modalità di trasporto presenti nell’area (mobilità dolce mare-montagna-mare, metropolitana del mare, metropolitana di superficie, percorso ciclabile, percorso pedonale).

Questi interventi non rispondono forse alle priorità scelte dai Progetti Integrati?

Certo, non tutto quello che è stato proposto in questo contesto potrà essere realizzato con il budget previsto ma la maturità sta proprio nel programmare lo sviluppo del territorio intervenendo anche per stralci funzionali.

Ritornando ai PISL, così come sono stati configurati dalla Regione, è evidente che nel complesso si tratta di un grande passo in avanti della politica calabrese a servizio della collettività ed a servizio dell’intero territorio regionale.

Non dimentichiamo che tali Progetti Integrati avranno la gravosa responsabilità di dover trasformare proposte e progetti sul tappeto in crescita generale; progetti in sviluppo concreto del Sistema Calabria, e si può affermare che la qualità dell’infrastrutturazione e più in generale il futuro della nostra terra oggi passa inevitabilmente dai PISL.

Occorre che gli Enti locali, mentre la Regione sta facendo già la sua parte, si organizzino per ipotizzare strategie concrete e solide di sviluppo locale; ma per fare ciò è necessario che gli amministratori locali, riuniti con medesimi intenti, maturino la giusta consapevolezza sui reali bisogni territoriali tralasciando le solite piccole operazioni a servizio di minute porzioni territoriali nella logica improponibile degli interventi a pioggia, rendendosi conto che non è questo lo spirito dei Progetti Integrati di sviluppo locale. Oggi abbiamo una partita diversa da giocare; oggi la nostra base, come dicevo prima, è rappresentata dall’Area Metropolitana di Reggio Calabria – e, nelle altre Provincie dalle Aree Urbane –, ed anche se ancora amministrativamente ha bisogno di innumerevoli passaggi prima di concretizzarsi in un Ente Metropolitano, nessuno ci impedisce, nel nostro territorio metropolitano, di pensare, agire e quindi operare in un’ottica metropolitana.

Non è una semplice invocazione ma un indirizzo da seguire.

Non possiamo infatti permetterci, in questo momento, di sottovalutare strumenti di finanziamento come i PISL: la metamorfosi metropolitana potrebbe iniziare concretamente proprio da qui.

Ed allora le scelte strategiche esercitate dalle aggregazioni di Comuni, che in questa fase nasceranno, dovranno appunto seguire un disegno comune, nell’interesse supremo del territorio, che oggi è Metropolitano.

Non c’è da temere alcuna spoliazione di poteri degli Enti Locali, non è questo l’obiettivo e neanche lo spirito, e non è neanche utile per una buona programmazione, e per un’efficace pianificazione. Gli Enti Locali, che naturalmente hanno e continueranno ad avere piena autorità e responsabilità sul proprio territorio: per primi a loro è rivolto l’invito a pensare metropolitano per non perdere questa grande occasione, e per avviare nel loro agire una vera e propria rivoluzione culturale.

La Politica regionale ci sta dando una grande opportunità, spetta a noi – Enti Locali, imprenditoria illuminata, gruppi sociali responsabili, pianificatori territoriali, urbanisti ed altri professionisti aventi competenze sul territorio, università ed enti di ricerca –, ciascuno nel proprio ambito, di fare di tutto per non sciuparla.

Occasioni strategiche come queste – nuovi Enti Territoriali come Città Metropolitana ed Aree Urbane, Fondi europei nell’obiettivo uno, PISL ed altre forme innovative di intervento e di finanziamento – non si ripropongono tanto spesso.



[1] Per approfondire il tema rimando al mio pezzo “Alcuni punti fermi della Ricerca sulla Città Metropolitana di Reggio Calabria

lunedì 7 febbraio 2011

"Nuovi progetti per la viabilità sullo Stretto" di Serena Belfiore (recensione del mio libro Metropolitana del Mare)

In un saggio di Città del sole, un’attenta analisi delle risorse per migliorare la rete trasporti












I problemi delle infrastrutture della penisola, dall’unione tanto discussa delle coste calabresi e quelle siciliane alle cattive condizioni in cui versa da anni la Salerno-Reggio Calabria, vengono affrontati in Magistralis: una nuova collana di Città del sole edizioni, diretta da Enrico Costa e divisa in due sezioni Urbanistica e Multidisciplinarietà, che inaugura, con Beniamino Cordova, laureato cum laude in Pianificazione territoriale e ambientale, la prima opera della serie Urbanistica ospitante pubblicazioni connesse al territorio. Giovani aspiranti autori, a conclusione di percorsi universitari, sperimentano con entusiasmo la divulgazione della loro tesi.

Scritta in modo chiaro e autorevole, la Magistralis non poteva iniziare meglio.

Le sponde unite. Un sogno?
Grande fascino evocativo è il fenomeno chiamato Fata Morgana.

Un interessante e attraente incanto naturale che si verifica con particolari condizioni climatiche fa sì che le luci di Messina si protendano verso le sponde calabresi unendosi con i bagliori di Reggio. L’opportunità di realizzare il sogno di unire le due sponde rivalutando approdi esistenti arriva da un’idea scaturita dalla mente giovane di un laureando in urbanistica e partita appunto dalla sua tesi di laurea. Per ora solo uno studio mette in rete le due città metropolitane di Reggio e Messina attraverso otto porti già realizzati e due (Catona e Pellaro) di prossima costruzione: Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Palmi, Reggio, Roccella Ionica, Saline Ioniche, Scilla e Villa S. Giovanni; e dopo studi approfonditi e ampliamenti (fondamentale la sua esperienza americana) Beniamino Cordova ha reso nota a tutti la sua iniziativa attraverso la pubblicazione del libro Metropolitana del Mare (Magistralis, Città del sole, pp. 152, € 12,00) che, oltre ad un’analisi scientifica, è una finestra aperta sul futuro della regione Calabria: «Arrivare a completare questo mio lavoro, che io definirei meglio un dossier in cui troviamo raccolte tutte le azioni ed i passaggi fondamentali degli ultimi trentasei mesi del settore dei trasporti nel nostro paese, è stato per certi versi difficile, diventato quasi un atto dovuto per chi si occupa, come me, di ricerca. […] Un lavoro portato avanti quindi, giorno dopo giorno, notizia dopo notizia, scovando e valutando anche i trafiletti nelle ultime pagine dei quotidiani locali, riprendendo, analizzando, modificando e talvolta stravolgendo alcuni miei contributi apparsi sulle testate online reggine: un vero e proprio work in progress».

Uno strumento per valutare, apprezzare o criticare una proposta alternativa e attuabile con minimo sforzo anche da parte della popolazione, per avere maggiormente consapevolezza del sistema trasporto che affligge il nostro territorio e necessita di una rivoluzione logistica garantendo un alto livello quantitativo e qualitativo di infrastrutture.

Le difficoltà urbanistiche e la “Metropolitana del mare”

Il libro, diviso in due parti, analizza la paralisi causata dall’aumento del traffico e dallo scarso adeguamento autostradale, prende in esame la difficile situazione della Salerno-Reggio Calabria e i documenti riguardanti i trasporti definiti dall’Unione Europea. Inoltre, il saggio illustra i bisogni economici e sociali dell’area locale offrendo una possibile soluzione a basso impatto, attuabile da subito, e rivalutando le strutture portuali esistenti, integrandole in una rete di trasporti che agevolerebbero il trasferimento con notevole risparmio di tempo e godendo di quel panorama litoraneo invidiato.

Non è da sottovalutare la risorsa del paesaggio come incitamento per svolgere un’azione consolidante sul progetto “Metropolitana del mare”. Come suggerisce l’autore è necessario un cambio di rappresentazione mentale sul trasporto da parte della cittadinanza: non è fondamentale arrivare solo più in fretta possibile ma sapere di avere diverse opportunità di mezzi per giungere a destinazione, secondo le differenti necessità giornaliere di meta. È oltremodo necessario che questa diversa opportunità di mezzi supporti la quotidianità dei cittadini: si pensi alla condizione di pendolarità dei lavoratori o degli studenti condizionati da orari e costi di trasporto, elementi questi che potrebbero diventare fortemente negativi se non riflettessero una concreta realtà. Occorre quindi impostare un’area fulcro su cui far gravitare l’operatività della metropolitana con servizi specifici ed esclusivi mettendo in relazione i centri minori, e spetterebbe proprio a Reggio questa possibilità per una più adeguata centralità dei trasporti, con un’area interessata praticamente da un porto ogni dieci chilometri.

Attraverso una lettura serena e comprensibile, Cordova ci fornisce un quadro generale della situazione e presenta una conseguente valorizzazione economica, sociale e culturale della nascente Area metropolitana dello stretto, proiettata verso un futuro di rinnovata centralità del Mediterraneo non solo in Italia, ma nell’Europa intera.

Serena Belfiore

(http://www.bottegascriptament.it/, anno V, n. 42, febbraio 2011)