giovedì 9 agosto 2012

Metropolitan Review

di Beniamino Cordova,
Urbanista, Dottore di Ricerca in Pianificazione Territoriale

pubblicato il 21/07/2012 su www.ildispaccio.it

Conosciamo ormai a menadito ogni virgola del famoso decreto del Governo in materia di spending review in vigore da qualche giorno. Sappiamo anche che il Decreto, in tema di Aree metropolitane, fissa al 1 gennaio 2014, la soppressione delle Province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e la nostra Reggio Calabria trasformandole ufficialmente in Città Metropolitane.
Il Decreto entra anche nello specifico dei problemi definendo a monte il perimetro dell'Area metropolitana che coinciderà con quello della Provincia soppressa dando prova quindi di aver intuito, cavalcando l'onda dei tagli alle Province, la difficoltà storica di definire un perimetro per le Aree metropolitane, che si è dimostrata, sin dall'inizio, l'incognita maggiore, limitando l'entrata a regime di quelle Città Metropolitana che esistono sin dal 1990.
Il Decreto, con grande pragmatismo, definisce anche gli strumenti di governo di quella che sarà tra 17 mesi la Città Metropolitana di Reggio Calabria specificando che "...in sede di prima applicazione, e' di diritto Sindaco metropolitano il Sindaco del comune capoluogo"; poi lo Statuto come è noto può stabilire che il Sindaco metropolitano sia di diritto il Sindaco del comune capoluogo o sia eletto secondo le modalità stabilite per l'elezione del presidente della Provincia.
Detto questo, è evidente che tale imposizione, tale ferma decisione politica dopo 22 anni dalla legge 142/90 (ma che a noi ci coinvolge solo dal 2009, dalla legge 42), ha messo a soqquadro le idee di chi aveva forse sottovalutato il valore e la prospettiva che in termini di sviluppo un'Area metropolitana può offrire ad un territorio, per ricercare la coesione territoriale, l'uso corretto del suolo, la gestione coordinata dei trasporti e dei servizi, la valorizzazione delle eccellenze culturali sostenuta dalla possibilità di gestire a monte il processo in un sistema ordinato e strategico.
Certo, la stampa (fortunatamente non tutta) non aiuta, mira spesso a creare fumo negli occhi, a destabilizzare, invoca confusione e pretende chiarimenti, ad una classe politica che fortunatamente si sta dimostrando preparata al cambiamento: le ultime note dei vertici dell'amministrazione comunale e provinciale dimostrano grande sensibilità e voglia di operare in maniera sinergica e fruttifera.
Naturalmente c'è chi non ha mai abbassato la guardia, continuando a fare Ricerca scientifica tenendo alta l'attenzione, quella Ricerca che oggi si pone come testimone sempre acceso verso un orizzonte di luce che finalmente anche i miopi scorgono.
Ricerca scientifica che tra le tante cose oggi trova la sua orgogliosa soddisfazione, visto che si dall'inizio si è basata su un progetto di Area metropolitana che comprendeva l'intero perimetro provinciale; progetto che trovava il suo fondamento nello studio del pendolarismo, delle funzioni metropolitane di attrazione e nella proposta di un sistema metropolitano di trasporto per valorizzare l'intermodalità e l'uso di forme alternative di trasporto in linea con gli indirizzi mondiali, comunitari, nazionali e locali, che giustificava quindi la cornice provinciale dell'Area metropolitana di Reggio Calabria.
La politica quindi si sta dimostrando fertile all'occasione di sviluppo metropolitano e può vantare il prestigio di poter contare su un panorama di personalità tecniche, su una scuola reggina di eccellenza, che non ha mai abbandonato il sogno metropolitano che oggi sta mutando in realtà.
Certo, i tempi sono strettissimi, non sono consentiti passi falsi e atteggiamenti titubanti.
Un'Area metropolitana può portare solo sviluppo: è un investimento sicuro, non prevede regressioni; non si capisce quindi la disapprovazione di una, seppur largamente minoritaria, espressione politica, tanto che, proprio quella espressione politica, nel 2009 appoggiava l'idea dell'Area metropolitana di Reggio Calabria.
La nostra Città e la nostra Area Metropolitana hanno necessità di marciare in forma spedita verso questo traguardo che la vede protagonista sulla scena nazionale ed europea consentendole di dialogare e di operare allo stesso tavolo con le maggiori aree metropolitane europee.
L'occasione è ghiotta. Vinciamo la sfida.

Nessun commento: