venerdì 17 luglio 2009

Chiudono le strade. Tutto questo è incredibile. Ma se ci fosse la metropolitana del mare...

di Beniamino Cordova* -
(pubblicata su www.strill.it il 30 gennaio 09)

A distanza di qualche giorno dalla chiusura per frana dell’Autostrada A3 nel tratto tra Scilla e Bagnara, oltre a quello nei pressi di Rogliano, leggo con amarezza che stesso destino ha subito la Statale 18 che, nelle ultime ore, nel medesimo tratto, ha subito egual sorte. C’era da aspettarselo, forse ha resistito anche troppo, viste le condizioni drammatiche che vive da troppi anni questa piccola, abbandonata, inefficiente, arteria.

Tutto questo è incredibile.

Incredibile per un paese civile, Incredibile per un’area che crede di essere quasi al passo con gli altri paesi europei.

La situazione precaria della Statale 18 (e dell’Autostrada A3) si conosceva già da tempo, tante sono state le ordinanze di chiusura per inagibilità da parte dei Sindaci dei Comuni direttamente interessati.

Era noto a tutti, tutti sapevano.

Sicuramente nessuno aveva preventivato le forti piogge di questo inverno tanto da spingere Bertolaso a chiedere al Governo lo stato di calamità naturale (notizia di qualche ora fa) però era un dovere non ignorare i disagi causati dai lavori per il V macrolotto della Salerno – Reggio proprio nello stesso tratto. Nessuno ha pensato delle alternative al precario sistema dei trasporti dell’area metropolitana.

Sapevano tutti, dicevamo, anche gli studenti delle Facoltà reggine a tal punto da considerare il problema scientificamente interessante ed attuale per una Tesi di Laurea (me compreso).

Nella difficile situazione in cui versano i collegamenti nella provincia Reggina, da qualche anno qualcosa è stato fatto, pensiamo al “Tamburello”, attivo da quasi due anni, di cui si attendono risultati positivi, cioè dalla Metropolitana di superficie che, sia pur con materiale rotabile non ancora soddisfacente, ha cominciato a percorrere le rotaie “jonico-tirreniche” fra Melito e Rosarno, transitando per Reggio Calabria per un totale per ora di 19 fermate, è prossima anche la fermata Aeroporto (a tal proposito vedere anche il contributo del Prof. Enrico Costa a pag. 221 dell’Istant Book “il secolo breve,1908-2008, rovine e ricostruzioni”)

Questo però non basta, è necessario fare di più, bisogna trovare altre alternative per non incorrere in disagi come quello che stiamo vivendo in questi giorni.

A tal proposito penso ad una metropolitana del mare diversa da quella concepita dall’opinione pubblica (ossia collegare fra loro esclusivamente Reggio-Messina-Villa San Giovanni), ma che metta in relazione i porti di nove centri (più tre in previsione) della provincia di Reggio Calabria, da Roccella Jonica (sullo Jonio) a Gioia Tauro-Rosarno (sul Tirreno), passando per il capoluogo di provincia. Le forti motivazioni per una Tesi di Laurea, come quella da me discussa nel 2007, nascono da un’attenta valutazione delle carenze e delle difficoltà del sistema metropolitano dei trasporti; problematicità sempre esistite ma da due anni ancor più attuali per via dei lavori al V macrolotto dell’autostrada Salerno-Reggio (in prossimità di Bagnara Calabra). La sfavorevole condizione dei trasporti nell’area metropolitana reggina è quasi la medesima di quella messinese (da Taormina sullo Jonio a Milazzo sul Tirreno); in queste condizioni la Metropolitana del Mare risulterebbe, per la sponda calabra e sicula, un’alternativa ai vettori in atto utilizzati, risponderebbe a tutti gli indirizzi di pianificazione dei trasporti (nazionali, internazionali e dell’area del Mediterraneo), sarebbe senza gravosi costi aggiuntivi (appoggiandosi alle infrastrutture portuali esistenti), si presenterebbe come uno stimolo per la riqualificazione delle aree portuali, ed infine, utilizzandola, si godrebbe di un paesaggio urbano da un’ottica diversa (Reggio di fronte, Messina alle spalle e viceversa), unica, di impareggiabile valore. Naturalmente le due navigazioni costiere sarebbero fortemente interrelate con la navigazione di attraversamento, basata sulla triangolazione “Reggio-Messina-Villa San Giovanni”.

Poter utilizzare una Metropolitana del Mare come quella ipotizzata, in questo momento, significherebbe attenuare le difficoltà per i paesi della provincia nel raggiungere Reggio e viceversa con tutti i vantaggi del caso.

Quello che sta succedendo in questi giorni, con la Calabria separata dal resto del Paese e con una provincia di Reggio divisa a metà, non dovrebbe spingere chi di dovere a considerare una pluralità di soluzioni per il nostro territorio cosi svantaggiato, non limitandosi al semplice ripristino di infrastrutture di per se precarie?

L’università è anche questa, bisogna saper “leggere” le idee degli studenti, capirle, interpretarle, da lì spesso nascono gli stimoli giusti anche, perché no, per gli amministratori che operano sul territorio.





*Urbanista

Dottorando di Ricerca in Pianificazione Territoriale

Nessun commento: