venerdì 17 luglio 2009

Dalla bella politica viene fuori la perla dell'area metropolitana

di Beniamino Cordova* -
(pubblicata su www.strill.it il 15 marzo 09)

Lode a tutte le forze politiche, da destra a sinistra passando per il centro, che si sono spese nel sostegno della nuova Area Metropolitana di Reggio Calabria.

Il dialogo tra le varie forze politiche della nostra città è stato un esempio di bella politica, una pratica che dovrebbe diventare uso comune e quotidiano.

E’ stato affascinate, soprattutto per i giovani che seguono con passione gli eventi della politica (mi ritrovo tra questi), seguire il dibattito costruttivo tra le due coalizioni.

Ebbene si, si tratta dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria e non di quella dello Stretto come erroneamente veniva definito dalla stragrande maggioranza delle persone.

Il bello ed il difficile arrivano però solo ora.

La politica, dicevo, ha fatto la parte del leone e l’ha fatta nell’interesse della città; ha però bruciato involontariamente i tempi.

La nascita di un’Area Metropolitana è un processo che nasce dal basso, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, deve necessariamente presentare alla base una serie di relazioni solide, in primis quella dei trasporti, che consentono di creare un unico sistema territoriale in grado di competere con l’esterno.

Risulta fondamentale per la nascita (effettiva, tangibile, non politica) di un’Area Metropolitana avere un centro principale attorno al quale gravitano i centri minori (nel nostro caso il centro principale sarebbe Reggio Calabria) che offra specifici servizi, esclusività delle strutture, centralità nei trasporti.

Su questo bisogna lavorare molto, in realtà ancora Reggio Calabria non ricopre il ruolo di leader né della provincia né della propria area metropolitana, non ha un’identità ben definita nei confronti degli stessi reggini, figuriamoci di chi Reggio la vive solo per poche ore al giorno.

C’è bisogno immediatamente di lavorare su questo problema.

Sui servizi e sulle strutture, qualcosa c’è, tanto ancora bisogna fare; è sui trasporti che bisogna mettere in atto politiche serie, concrete, durature e sostenibili per l’ambiente.

I problemi atavici delle strade che collegano la nostra area metropolitana li conosciamo a fondo; nel settore ferroviario, la nascita del famoso “tamburello”, ossia il collegamento Melito – Reggio – Rosarno, ha apportato qualche beneficio (ancora molto, moltissimo, bisogna fare); la prossima apertura al traffico della stazione marittima di Reggio può dare un bel colpo positivo alla cosiddetta intermodalità.

Preso atto di questa situazione e considerato che da ieri Reggio Calabria ha la propria area metropolitana perché non realizziamo una politica seria di pianificazione dei trasporti?

Perché sottovalutare le infrastrutture portuali nell’Area Metropolitana di Reggio Calabria?

Come ho già messo in evidenza in altri interventi sull’argomento, l’area di costa (intesa da Melito Porto Salvo a Gioia Tauro), 90 chilometri circa, ha una dotazione di infrastrutture portuali di tutto rispetto: sette porti attivi, il porticciolo dell’aeroporto e due porti di prossima costruzione (Pellaro e Catona), praticamente un porto ogni 10 chilometri.

Metterli in relazione tra di loro, comprendendo anche il porticciolo dell’aeroporto, con una Metropolitana del mare (diversa da quella che concepisce l’opinione pubblica, ossia il collegamento Reggio/Messina), con collegamenti costa/costa, regolari e quotidiani non sarebbe un’utile alternativa al sistema di trasporto attuale?

E poi, una volta realizzata (a specchio) l’area metropolitana di Messina, passaggio necessario prima della consacrazione dell’Area Metropolitana dello Stretto, non si potrebbe realizzare una situazione analoga a quella reggina, ossia collegare i porti della costa tirrenica messinese con quelli della costa ionica passando per il porto di Messina?

Il nostro impalcato culturale purtroppo non consente di comprendere pienamente e da subito l’importanza ed il valore delle “alternative” ad un sistema esistente.

Eppure utilizzare le infrastrutture portuali al meglio probabilmente gioverebbe anche alla qualità del paesaggio. Ci hanno abituato ad osservare un panorama che presenta come sfondo il mare o le colline, le montagne, le foreste; pochi, forse nessuno, valuta l’ipotesi di osservare ogni giorno - dal mare - la città e le proprie relazioni interne, non da turisti ma da cittadini operosi.

La proposta della Metropolitana del Mare come collegamento tra i porti dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria è una ricerca che porto avanti da più di anno con diverse pubblicazioni, l’ultima in ordine cronologico è stata presentata alla XII Conferenza Nazionale della Società Italiana degli Urbanisti svolta a Bari nel mese di febbraio 2009; il problema, quindi, è ormai di dominio nazionale, seppur limitato al campo della pianificazione e dell’urbanistica.

In parecchi incontri organizzati sul tema dell’Area Metropolitana, soprattutto quello organizzato a Melito Porto Salvo dai Sindaci dell’Area Grecanica è stato messo in evidenza, negli interventi della società civile, l’esigenza di proporre questo nuovo collegamento.

Rinnovo le mie lodi all’intera classe politica, in questo giorno memorabile per noi reggini, convinto che una volta completato l’iter politico di istituzione dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria si passi alla, non meno importante, fase strutturale.


*Urbanista - Dottorando di Ricerca in Pianificazione Territoriale

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